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I Nuovi Crociati

L’attuale dibattito attorno a Gaza ha fatto tante vittime, ma la più vistosa è al contempo, quella meno visibile.  Ciò è peggio di un ossimoro, tant’è che bisognerebbe andare alla ricerca di un neologismo che non ricavi un saldo refugium peccatorum nella sola contraddizione.  Discorriamo del metodo scientifico, sul quale Karl Popper (The logic of scientific discovery, Routledge, N.Y. – London,  2002 (c) 1935, p. 28) ebbe a discorrere di “quell’atteggiamento critico che, a mio avviso, è quello appropriato per uno scienziato“. A  quest’ultimo riguardo, se l’antisemitismo è, a modo suo, una fede, non può che essere privo di scientificità.

Sarebbe da capire perché, addirittura in ambito accademico, il conflitto in corso a Gaza sfoci nell’antisemitismo. Al riguardo, da ultimo, leggiamo che “Diventeremo un paese in cui i giornalisti vengono regolarmente circondati e minacciati perché svolgono il loro lavoro? Diventeremo un luogo in cui bande di giovani mascherati molestano gli ebrei che visitano un memoriale per i 364 israeliani assassinati durante un festival musicale? Perché anche ieri è successo questo. Diventeremo un luogo in cui è normale che le persone salgano sulla metropolitana e dichiarino: “Alza la mano se sei sionista. Questa è la tua occasione per uscire.” Sì, anche ieri. O dove la polizia e le guardie di sicurezza vengono regolarmente aggredite nello svolgimento del loro lavoro?” (Bari Weiss, The Free Press, June 12th, 2024).

Il linciaggio mediatico, regolarmente in mala fede, ha preceduto quello fisico, localizzatosi in Israele, ma con ripercussioni crescenti in diverse aree del mondo.  Un esempio di mala fede lo abbiamo riscontrato nella TV, dove un giornalista interroga un altro giornalista, il quale con gran disinvoltura, inventa che l’attacco di Hamas del 7 Ottobre 2023 avrebbe avuto per bersaglio non i kibbutzim, ma degli insediamenti di coloni. Naturalmente, se l’oggetto fossero stati i coloni, l’attacco sarebbe stato giudicato dal pubblico con minor severità.

Non è un caso che la IHRA, nella sua definizione inserisse, fra gli esempi di antisemitismo: “Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico“.

Inoltre, è frequente sentir dire che la reazione israeliana all’aggressione selvaggia di Hamas giustifica o spiega l’antisemitismo, mentre nessuno direbbe che una carneficina compita da una qualsivoglia etnia giustifica il razzismo. Già ora vengono messi sotto accusa gli ebrei, e non è raro trovare degli articoli dove si discorre di “ebraismo italiano”, una dizione sufficientemente generica da non escludere, per assurdo, nemmeno i vecchi o i neonati.  Perché, invece, ciò accade nei riguardi degli ebrei? Le spiegazioni sono innumerevoli, e non si capisce se l’una escluda l’altra oppure se vi sia una sorta di accumulo. Anche qui, per assurdo, potremmo dire che dopo l’epidemia del Covid, si è scatenata un’epidemia di antisemitismo, visto che si tratta, secondo qualche storico, come Paul Johnson,  di una patologia vera e propria. Un parricidio? In ogni caso, un argomento che necessita di un improrogabile approfondimento.