Giorno della Memoria
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa aprirono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. La storia del Giorno della Mewmoria è ormai nota a tutti, e questa data è diventata il simbolo della Shoah. Sono numerose le immagini cjhe ricordano ciò che avvenne nei campi di concentramento.
Una data fortemente simbolica, scelta per commemorare i milioni di vittime della Shoah, ma non solo. Una data da portare impressa del cuore, di cui va ribadita l’importanza ripassando come è nata, perché e cosa significa.
Pensiamo al dolore ed al massacro, affinché quello che è stato si ricordi, non cada nell’indifferenza e non si ripeta!
Solo conoscere e sapere quello che è veramente accaduto può servire a non dimenticare, affinché le generazioni che seguiranno non commettano l’errore di replicarlo!
Solo le cose che si dimenticano possono ritornare, ogni giorno deve essere considerato come quello della memoria Che possa essere ogni giorno questa giornata, affinché non ci sia un solo giorno per dimenticare quel che è stato e che mai più possa essere replicato!
Avvaliamoci del passato, di tutto ciò che è stato sbagliato, per non commettere ancora lo stesso reato!
I tedeschi provarono a nascondere quanto successo nei campi di concentramento. Infatti, quando i cancelli di Auschwitz si aprirono, le SS erano già fuggite dal campo. I tedeschi tra il 18 il 26 gennaio 1945 smantellare i foni crematori e le camere a gas alimentate con Zyklon B.
Come pure furono distrutti numerosi documenti che provavano l’Olocausto e testimoniavano le torture e gli esperimenti fatti ai danni di milioni di bambini, uomini e donne.
Conoscere la storia e non ricordarla significa essere complici di quel massacro.
Solo la memoria può aiutarci a diventare persone migliori. Mettiamo da parte l’interesse mettendo davanti il ricordo, solo così possiamo difenderci dal ritorno del male!
La verità è il solo riscatto che può esserci, la memoria l’unico modo per custodirla intatta!
“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. Nelle parole di Anna Frank è racchiuso il senso del Giorno della Memoria.
Ma anche e soprattutto per il dovere di conoscere uno dei capitoli più bui della nostra storia affinché non si ripeta. È questo il significato profondo del Giorno della Memoria: il dovere di non dimenticare come scrisse Primo Levi. “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate”.
Le persecuzioni nei confronti degli Ebrei erano iniziate in Germania nel 1933 con l’ascesa al potere del partito nazionalsocialista di Adolf Hitler. L’Italia, alleata della Germania dal 1936, aveva introdotto le leggi razziali contro gli Ebrei nel 1938, privandoli dei più elementari diritti come cacciarli dal lavoro, dalle scuole e da ogni attività militare, politica e sociale.
Lo scopo di questa giornata non è solo di ricordo o memoria, bensì dissociarsi da ogni male. La tragedia della Shoà è ancora purtroppo viva, forme di razzismo negli stadi, nei centri culturali e politici, oppure l’antisemitismo camuffato in antisionismo sono elementi di chiara matrice antigiudaica ancora presenti nella nostra società. Solo contrastandolo con ogni mezzo si può debellare questa infamia, perché essere indifferenti o distaccati significa essere complici del male assoluto.
Cesare Moscati, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Napoli e dell’Italia Meridionale
(testo della relazione pronunciata in occasione della manifestazione per il Giorno della Memoria organizzata dal CIRB [Centro
Interuniversitario di Ricerca Bioetica] il 27/1/2023, presso la sala dell’Accademia Pontaniana di Napoli)