Arcana Imperii: vedendo la televisione.
Premetto che sono un semplice osservatore, inesperto della materia penale e delle prassi investigative; quasi ottantenne e la cui informazione sui fatti del giorno proviene per la maggior parte dalla televisione. Tenuto che mi rimane una qualche facoltà di ragionamento, non amo essere preso per i fondelli…e, per quel che posso, mi ribello!
Non voglio, in altre parole, che lo Stato e i suoi organi forniscano una inesatta informazione sui principali avvenimenti della vita sociale, economica e politica che ci circondano. Questo perché, a garanzia delle nostre libertà, abbiamo bisogno di uno Stato trasparente e non manipolatore dei fatti e, in fin dei conti, della nostra coscienza. La trasparenza, infatti, è un requisito necessario per l’esercizio dei diritti democratici.
L’arresto di Messina Denaro è cosa ottima, si tratta di un pericoloso assassino che deve essere trattato con la massima durezza e senza alcun privilegio…ma non sembra così! Chi ha visto i programmi d’informazione della televisione si si è subito accorto che Messina Denaro è uscito dalla clinica dove è stato arrestato senza manette: questo è un atto di rispetto riservato ai capi. Ai capi che si sono volontariamente consegnati perché non credo che il “capo di tutti i capi” andava in un luogo pubblico – la clinica dove si curava – senza scorta armata e senza uomini in avanscoperta che avrebbero immediatamente registrato la presenza di ben centocinquanta carabinieri in divisa e (inutilmente) armati. Ciò ho imparato dai film su Gomorra trasmessi dalla televisione.
Messina Denaro era accompagnato da un piccolo commerciante (subito arrestato) del paese dove si nascondeva, dove hanno anche arrestato il medico settantenne che lo curava: personaggi che avrebbero mai potuto rifiutare i loro servigi a un criminale della portata di Messina Denaro? L’abitazione dove viveva – subito trovata (???) – era priva di documenti importanti per successive indagini e sono sicuro che questi documenti non saranno mai trovati (Reina docet) perché scottano troppo interessando la politica, gli apparati dello Stato, l’economia, ecc. Non credo all’accordo Stato / Mafia, credo però che singoli personaggi, anche di rilievo, possano essere coinvolti.
La mia tesi è che Messina Denaro si è volutamente consegnato alla giustizia perché gravemente malato e, quindi, non più funzionale alla presidenza della “cupola”. Questo avrebbe dovuto essere detto correttamente agl’italiani e non favole investigative rispetto a trent’anni di (forse voluta) impotenza investigativa. Insomma, una consegna concordata. Il sospetto, allora, è che sia stato concordato anche un prezzo da pagare per questa consegna.
Tutto questo non mi sta bene. Ci sono troppi morti: magistrati, giornalisti, servitori dello Stato come poliziotti e carabinieri, che chiedono rispetto e giustizia. Una democrazia che nasconde la verità anche se scomoda è un pericolo per noi tutti.
Questo ieri sera pensavo dopo aver spento la televisione.
Paolo Pollice, giurista