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Antisemitismo e antisionismo nell’Università del Vermont

  • Notizie

Un’inchiesta federale USA svolta nell’aprile e nel maggio 2021 ha appurato che un assistente didattico presso l’Università del Vermont aveva twittato una serie di post antiebraici e antisionisti, auspicando che gli studenti ebrei fossero valutati in modo più severo rispetto ai loro compagni di classe. L’assistente in parola ha anche elogiato il furto della bandiera israeliana di uno studente e ha aggiunto la parola “Kristallnacht” ad un’immagine di un negozio danneggiato con lettere ebraiche. Ulteriori accuse nel corso dell’anno hanno messo in luce che i gruppi studenteschi avevano escluso gli studenti ebrei e che gli studenti avevano preso di mira il gruppo del campus ebraico Hillel e gli spazi delle residenze studentesche nel campus con il lancio di pietre. Un denunciante anonimo ha informato degli incidenti diversi uffici dell’Università del Vermont, compreso l’ufficio per le pari opportunità, ma non ha ricevuto alcun seguito per diversi mesi. L’ufficio per le pari opportunità dell’università alla fine ha rifiutato di indagare sull’assistente didattico senza intervistare nessuno prima di prendere tale decisione. Fra altre ‘amenità l’assistente didattico avrebbe diffuso dei tweet di questo tenore:

  • è [sic] buono e divertente” “per me, un assistente tecnico, non dare credito ai sionisti per la loro
    partecipazione” e di dare agli studenti per i quali è stata chiesta collaboratrice didattica “-5
    punti per il diritto di nascita”, “-10 punti per aver pubblicato una foto con un carro armato nel
    Alture del Golan” e “-2 punti solo perché odio la tua atmosfera in generale”;  “perché così tanti sionisti lavorano per il centro di scrittura[?]”;

In esito a tali denunce grazie all’Office of Civil Rights, si è finalmente addivenuti alla seguente:

RISOLUZIONE : in seguito alla denuncia OCR (Office of Civil Rights) n. 01-22-2002 L’Università del Vermont e lo State Agricultural College  stipulano il presente Accordo  ai sensi della Sezione 302 del Manuale di elaborazione dei casi dell’OCR prima della conclusione dell’indagine dell’OCR. La presente Convenzione non costituisce ammissione di illecito o responsabilità dell’Università ai sensi del Titolo VI. L’Università afferma il suo impegno per la parità di trattamento e opportunità per i suoi studenti e dipendenti e per il mantenimento di un ambiente educativo libero da discriminazioni, molestie e ritorsioni. A sostegno di tale impegno, l’Università si impegna a intraprendere le seguenti azioni e a riferire il completamento delle azioni all’OCR come di seguito specificato. ‘Università esaminerà e rivedrà le sue politiche e procedure in materia di pari opportunità e antimolestie per garantire l’adeguatezza dell’Università, attuando il divieto del titolo VI sulla discriminazione basata sull’origine nazionale, compresa la discendenza condivisa o le caratteristiche etniche, compreso l’antisemitismo, nei programmi e nelle attività dell’Università. L’Università diffonderà le politiche e le procedure riviste in materia di pari opportunità e antimolestie.

Il periodo: “To ensure that the University’s response to notice of national origin discrimination, including harassment, on the basis of shared ancestry or ethnic characteristics, including antisemitism, is consistent with Title VI and the University’s revised Equal Opportunity and Antiharassment Policies and Procedures, the Provost and General Counsel will designate one or more employees to review the current practices of the Office of Affirmative Action & Equal Opportunity (AAEO) and the Bias Education and Resource Team and develop a draft Case Handling Protocol and Bias Education Protocol (“Protocols”) clarifying the roles and responsibilities of each entity” rileva per quanto mette in risalto le molestie e altre discriminazioni basate sull’origine nazionale o la ascendenza comune oppure le caratteristiche etniche, antisemitismo compreso. Come noto, nelle Università americane vigevano severe discriminazioni antisemite, che iniziavano dalle restrizioni all’accesso degli ebrei sia come allievi che come docenti. Dopo la seconda Guerra mondiale questa deplorevole prassi è finita, per poi ricominciare negli ultimi anni col pretesto della visione/costruzione di Israele come Stato nemico, che ha finito per sfociare in una pratica antisemita e persecutoria. Nel Vermont vi è stata la reazione sopra riportata, ma la sensazione di dover svuotare l’oceano con un cucchiaio da thè permane. Appare molto grave che sia dovuto intervenire il governo federale americano a causa della sostanziale complicità dell’area, diciamo, locale e statale. Forse avrebbero dovuto applicare la definizione IHRA di antisemitismo, squarciando il velo di ipocrisie, detti e non detti, mezze verità e aperte menzogne.