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LA STORIA È UN’OPINIONE

LA STORIA È UN’OPINIONE

Il mondo non è più lo stesso..? ma no..!! è immutato dalla notte dei tempi…! La sua storia l’hanno sempre fatta i vincitori del momento, poi ci sono state le riletture, il revisionismo, il negazionismo.

L’unica cosa che non è mutata mai è l’arroganza dell’uomo e il suo cuore di pietra.

Nella storia di Noè  (Parashà di Noach; libro di Bereshìt, Genesi), si legge che il Signore decide di sopprimere la razza umana “perché l’uomo è malvagio fin dalla nascita” e il Profeta Ezechiele, interpretando le decisioni di D., dice che arriverà il giorno in cui verrà dato all’uomo un “cuore nuovo, un cuore di carne, al posto del cuore di pietra” (Ez. Cap 36, v. 26).

Questo breve preambolo ci illumina su quanto sta accadendo in Medio Oriente e in Ucraina.

Da quello che vediamo, le due guerre non sono differenti tra loro, poiché ci sono migliaia di morti, distruzione e dolore in tutt’e due gli eventi.

Si constata, però, che l’attenzione del mondo è concentrata solo sulla guerra di Gaza e questo è un mistero inspiegabile, almeno a prima vista.

Come noto, per il 6 e 7 giugno la sinistra spaccata in due ha promosso ed attuato due manifestazioni per Gaza, perché lì, secondo gli organizzatori che hanno sposato la propaganda di Hamas, è in corso un genocidio.

In particolare quella del 7 giugno, a Roma, in piazza S. Giovanni, è stata un florilegio di accuse ad Israele, che non protegge i civili di Gaza e che sta, perciò, perpetrando un genocidio.

Così è stato deciso e così è stato fatto; questa narrazione perversa si colora di tinte sempre più fosche, perché questa aberrazione nega ogni evidenza.

Le immagini che ci danno i mezzi di informazione non hanno un filo di logica, ma martellano i cervelli e muovono il cuore dei ben pensanti contro un solo colpevole: lo stato di Israele..

Tutti sanno, o dovrebbero sapere, che la nuova organizzazione messa in piedi da USA e Israele fornisce i “pasti” già confezionati, quindi le scene che mostrano bambini con pentole e cucchiai in mano sono prive di senso, ma toccano i cuori.

È la stessa narrazione che ha fatto credere che i bambini di Gaza morivano di freddo (con una temperatura notturna che superava i 20 gradi).

Tutto per criminalizzare gli israeliani, che oggi sono ebrei due volte, vittime di calunnie indecenti, come quella dell’ostia insanguinata.

Nessuno può portare avanti una storia diversa, ogni opinione “contro” è bandita e a chi sostiene il contrario viene tolta la parola.

Gli ebrei non sono più liberi di portare nemmeno un francobollo in testa, mentre sono circondati da uomini abbigliati alla maniera araba e da donne che indossano il niqab.

I giornali televisivi e quelli su carta stampata ripetono a pappagallo la propaganda di Hamas, che ingigantisce i numeri dei morti e dei danni, negando l’evidenza che mostra come i tunnel sotto Gaza non siano ad uso dei civili, ma sono un micidiale strumento di guerra, costruiti soprattutto sotto gli ospedali.

Israele può fare di tutto per venire incontro ai civili, ma non verrà creduto, qualunque cosa faccia o dica.

Tra l’altro la Convenzione IV di Ginevra non obbliga a preoccuparsi della nazione “nemica”; la cartina di tornasole è stata proprio la manifestazione del 7 giugno a Roma, che ha avuto per base una piattaforma in cui Israele compare solo come accusato di crimini vari e, crimine dei crimini, di genocidio.

Le bandiere ammesse sono state solo quelle palestinesi, quando la storia antica e recente negano che Gaza sia parte della Palestina.

Più volte è stato affrontato il problema, qui vorrei solo sottolineare che al tempo della nascita di Gesù questo termine non compariva nemmeno in nessun testo né sacro né storico; eppure c’è chi ora crede che Gesù fosse palestinese.

Le coscienze e il buon senso tacciono, mentre si assiste ad una recrudescenza di antiebraismo senza pari.

Il 7 giungo, tra l’altro, come una ciliegina sulla torta, al museo di via Tasso (famigerata prigione nazista) in Roma, si è tenuta una mostra fotografica dedicata a Gaza, divenuta Palestina senza che nemmeno lo sapesse.

L’amara conclusione è che la storia sia diventata un’opinione e che tutti quelli che hanno in mano le leve dell’informazione la possono scrivere o riscrivere a proprio piacimento.